Luigi Durazzo
1° classificato
Frattali
L’auspicio di un inizio
un refolo
tra i tuoi capelli e i miei
infrange gli occhi spenti
le finestre sprangate
nel vuoto del silenzio verticale.
Delle parole al bando
ho fatto una ghirlanda
e l’ho gettata al mare
in questo navigare contro
mentre si insinua un fiore
nel cavo assolato del sogno
dura il ricordo come un nodo
tra i tuoi capelli e i miei.
Rivedo i sentieri deserti
volti che abbiamo amato
e case immobili
che non riconosciamo più.
Eppure guarda
quel salto del delfino
dalla profondità del tempo ci sussurra
i legami recisi della nostra storia.
Forse ci invita a decifrare i codici
di una tempesta sostenibile
mentre il tuo velo
sfarzo sottile di libellula
capta gli istanti del naufragio
e vibra nel vento frattali d’amore
tra i ginepri ossuti.
Maria Laura Caroniti
2° classificato
Ultimo canto zigano
Se accordassi violino le mie note zigane,
un’ultima volta, un’ultima volta soltanto,
vibrerebbe il mio cuore d’amante,
con un rumore così simile al pianto
che potrebbe l’antico riamarmi. Mi capisci,
assopito? Non invoco la tua anima invano
ma quel suono di sogno e di vento
che al pensiero riporta il suo nome.
Rivivrebbe l’impuro legame ancora
una volta, …un’ultima volta…
Se soltanto suonassi il silenzio
come unico canto d’amore.
Giuseppina Varone
3° classificato
Altra vita
In un’altra vita, in un altro tempo,
avrei potuto essere il dardo vibrante
pronto a scoccare dalla corda tesa
d’un arco volto contro i soprusi;
oppure il fiero navigatore
dominante sicuro anche il mare più ignoto
dalla prua del suo veliero;
o ancora l’agile destriero
lanciato a sfidare i sentieri più impervi
col coraggio sfrenato d’un galoppo inarrestabile.
Vivo invece nel mio tempo incredulo
una vita di farfalla dalle ali piegate
nell’inutile attesa del suo primo volo.
Nicola Catelli
5° classificato
Buon Natale
Ti regalo il Cielo,
coi suoi infiniti misteri,
Dio, gli angeli, le stelle.
Ti regalo il Mare,
per il suo colore,
la dolce voce sulla spiaggia,
la profondità, l’ampiezza, la libertà.
Ti regalo l’Orizzonte,
perché è lontano, irraggiungibile,
perché è il futuro, la vita, la gioia;
è il confine tra te e me.
Ti regalo infine la mia Persona,
solo perché ti può amare,
perché è la divisione
tra il tuo reale
ed il mio amato immaginario.
Adriano Bottarelli
6° classificato
Ma tu
Ma tu vesti
d’allegrezza i miei giorni,
per i floridi silenzi
freschi d’acque chiare
e vaporosi
come luce soave delle aurore,
o luminoso Settembre,
per i tuoi sentieri odorosi
di felci e di pervinche.
E lascia che schiuda
l’ali di beatitudine
la mia laude più vera,
prima che in labirinti d’ombre
serri l’autunno
le tue ghirlande,
o pastorale animatore
di soavi sogni.
Ma tu vesti
d’allegrezza i miei giorni,
perché trascorrerà
la tua gioiosa immagine,
oltre le corolle aperte
delle margherite
e nelle soavità fragrante
dei palpiti di luna
che origliano amore
sulla rugiada dei tuoi
meravigliosi silenzi.
Clara Cafaro Caimi
7° classificata
Jotunheimen
Acqua di neve a colmare laghi,
piccoli pezzi di cielo immobili
in cui inabissarsi per poi risalire
in un mare di muschi e licheni,
lasciando che i passi sprofondino tra le emozioni.
Passano sotto il cielo nubi in transito,
attorcigliate intorno a un vento sottile
e veloci si dissolvono perché mi possa scaldare
il sole raro ma forte e ostinato
di questa estate del Nord che sa di primavera.
Stelle quasi dimenticate riappaiono lucenti,
lanterne agganciate a un cielo da non scordare;
e ghiacci a sciogliersi in caduta libera,
come lunghi nastri bianchi fino in fondo all’anima.
Francesco De Propris
8° classificato
Sapore di infanzia
Il vento del mattino
mi ha portato indietro nel tempo.
Son tornato ragazzo
e poi bambino.
Ho sentito sulla pelle
l’antico sapore dell’infanzia.
Sapore di terra.
Sapore di pace.
Ho bevuto la verità
come una coppa di latte
appena munto.
Fra la gente,
in attesa di un prete
e di una messa
in una chiesa di campagna,
tra il respiro dei defunti,
per affidarsi
alla Vergine del mondo.
Io straniero
mi sono sentito a casa mia;
lo ero davvero,
quando ho alzato gli occhi al cielo
ed ho visto il blu degli occhi tuoi.
Silvestro De Simone
9° classificato
Mare d’autunno
Nuvole rade
migrano lente
verso l’orizzonte
attraversando distratte
questo pomeriggio
d’autunno inoltrato.
Come un amore
lentamente consumato
dal tempo,
giorno dopo giorno
il sole perde calore;
presto sarà scia
di luce fredda
adagiata sull’acqua.
Pigra scorre l’ora
prossima al tramonto,
sulla riva
appaiono e scompaiono,
fra le lingue
dell’onda che morendo
rinnova se stessa,
le tracce
di un passaggio recente.
Forse un cuore solitario
i cui sogni riposano
in fondo al mare,
castelli di sabbia
inghiottiti dalla risacca.
Andrea Mantegazza
10° classificato
Universo d’oriente
Fiammate di buio,
il sole è sbronzo,
fluido e circospetto
scorrere di vita.
L’udito è assorto
nelle libagioni del paesaggio,
dissacra l’ellissi della mia corruzione
e mi trascina dove le oniriche aurore
si aprono a me.
C‘è qualcuno accanto a me.
Suoni carnali,
fremiti materni
e un invito alla festa dei pianeti.
Fratelli
nel delirio della convivenza,
simbiotica comune
inestimabile dimora.
Perché non ricambiamo?